Comune di CASALBORE
( AV )
Popolazione, Superficie, Altitudine s.l.m.
Popolazione : 2.086
Superficie : 27,98 kmq
Altitudine
: 601 M/slm
Municipio
Via G.Amendola 1 83040
Telefono:
Fax:
Pro Loco
Piazza Roma 16 83040
Telefono:
E-mail: gaiovalerio@libero.it
Presidente: Antonio Salvatore
Pro Loco
Piazza Roma 83040
Telefono:
E-mail: prolocopangea@libero.it
Presidente: Ignelzi Pierfrancesco
Distanza dal Capoluogo e
percorso stradale
Distanza
dal capoluogo AVELLINO:
Cenni storici
Non conosciamo il suo antico
nome ma, grazie ai rinvenimenti archeologici, sappiamo che sin dall'antichità
il suo territorio è stato frequentato da varie popolazioni probabilmente perché
era attraversato da un'antica strada denominata Regio Tratturo Pescasseroli -
Candela, tracciato viario che permetteva collegamenti con
I
In
località Macchia Porcara è stata individuata un'importante area sacra databile
per una prima fase al V sec. a.C. Dopo la metà del III sec. a.C. il complesso
fu ristrutturato ma i lavori furono interrotti nel
In
età romana Casalbore faceva parte del territorio di Benevento. Interessante è
un monumento funerario del III sec.d.C. trasformato in una chiesa dedicata a
Santa Maria dei Bossi, la cui utilizzazione è attestata fino al VII secolo d.C
Quasi
certamente l'antico insediamento anche se spostatosi più ad est continuò ad
esistere anche dopo la conquista romana. Possiamo ipotizzare che verso la fine
dell'Impero Romano e l'avvento del Cristianesimo questo "pagus" si
sia chiamato "Casal(is) Albulus" (villaggio
bianco).
Le
prime genti che lasciarono tracce indelebili e diedero il nome alla zona furono
i Sanniti. Essi presero nomi diversi secondo il territorio da loro occupato.
Gli Irpini abitarono la zona che aveva come città principale Avellino.
Le
guerre romano-sannitiche durarono circa due secoli. Sulle pendici del monte
"Chiuvi" (monte Chiodo di Buonalbergo) sorgeva la città di Cluvia,
nodo strategico di viabilità conteso da Romani e Sanniti. Quando Cluvia fu
abbattuta, i Romani ne popolarono le campagne con gente portata da altri lembi
d'Italia. Si formarono così le celebri "Colonie",
rette con statuti speciali.
Qualche
secolo più tardi, con l'arrivo dei Longobardi e la nascita del ducato
beneventano, i cui confini si estendevano fino ad Equo Tutico (S. Eleuterio),
la terra di Casalbore fu compresa in questa sfera di influenza politica e
religiosa. È in questo periodo che fu annesso alla terra di Casalbore un
"Monte Saraceno", sede di un villaggio omonimo con castello (oggi
contrada Pescolatorre).
Prima
dell'anno Mille in territorio casalborese vi furono altre chiese.
I
Normanni (north mann, cioè uomini del nord) originari della Scandinavia, dopo
essere stati in Francia (911 d.C.) parteciparono alle Crociate, ed un gruppo di
cavalieri normanni, di ritorno dalla Terra Santa si fermò in Italia (1017
d.C.). È in quest'epoca che sorge Casalbore, come entità autonoma e allora che
sorse il suo castello e le sue mura. La data scolpita sul Castello di Casalbore
è quella del 1216, ma come dice il Cocozza, questa non è la data di costruzione
precisa del castello ma il periodo può essere quello e sta a dimostrare che la
popolazione rurale della zona abbia preso parte attiva agli avvenimenti della
storia normanna. Lo storico Tommaso Vitale dice che la terra di Casalbore era
compresa nella vasta contea di Ariano Irpino durante il dominio normanno e che
nel 1272 era posseduta da un certo Bartolomeo. La contea di Buonalbergo fu una
delle più potenti, ciò si deve anche all'alleanza del I conte Gerardo con il
celebre Roberto il Guiscardo.
Dopo
il dominio normanno spuntano nuovi padroni stranieri: gli Svevi. Sotto il regno
di Federico II, Casalbore fu data a Raimondo di Mohac. Lo stesso Federico II
era presente in zona, a Buonalbergo sotto la cui giurisdizione era Casalbore;
dunque Casalbore era direttamente soggetta a Federico II. Dopo la morte di
Federico II e la sconfitta di suo figlio Manfredo a Benevento da parte degli
Angioini, tutta
Nel
territorio di Casalbore passava e passa tuttora il "Regio Tratturo"
Pescasseroli-Candela, via di passaggio per la transumanza delle greggi. I
pastori abruzzesi portavano in inverno le loro pecore nei pascoli caldi del
Tavoliere delle Puglie, viceversa, terminata la stagione fredda, ritornavano in
Abruzzo. Sul Regio Tratturo si esigeva il pedaggio, non solo per le greggi ma
anche per generi di commercio, pedaggio che fu sospeso dal 1570 al 1595. Per
incrementare il commercio, nel 1792 furono aboliti tutti i pedaggi del regno.
Beni culturali, artistici, storici,
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