Comune di PRATA PRINCIPATO ULTRA ( AV )



Popolazione, Superficie, Altitudine s.l.m.
Popolazione : 3011
Superficie : 10,78 Kmq
Altitudine
: 310 M/slm
Municipio
Viale Municipio 4 83030
Telefono: 0825/961004
Fax: 0825/961004
Pro Loco
Via Cesine 6 83030
Telefono: 339/1055786
Sito internet:
www.prolocoprata.it
E-mail:
prolocoprata@gmail.com
Presidente: Ranaudo Cosimo
Distanza dal Capoluogo e
percorso stradale
Distanza
dal capoluogo AVELLINO: 11
Cenni storici
L'esistenza
di un centro abitato la si ha per la prima volta in un diploma del 1070, dove
si legge che Roberto di Montescaglioso donò al Vescovo di Tricarico la Badia di Santa Maria di
Priato. Il paese odierno di origine normanna, già suffeudo dei Conti di
Avellino, fu messo a sacco e fuoco nel 1134 da Ruggiero II; proprietario era un
certo Guglielmo de Abinalia suffeudatario del Conte Rainulfo II.
Intorno
al 1170 fu signore di Prata Pietro Revelli al quale successe una certa signora
Mattia, e da costei il feudo passò ai nipoti: Ugone, prima, Raione e Simone de
Prata poi. In età sveva la famiglia de Avenalia ricostruì il castello e nel 1239 l'Imperatore Federico
II affidò il feudo di Prata ad un Signore del quale si ignora il nome ma che
certamente doveva essere un minorenne.
All'inizio
del periodo angioino (1238) fu signore di Prata un certo Antonio de Prata che
nel 1271 sposò Maria, figlia di Ettore de Tufo. A questi successe il figlio
Andrea, che morto prematuramente lasciò, nel 1315, la successione dell'avo paterno a Guglielmo "de Prata".
In
questo periodo il feudo passò a un certo Guglielmo Pagano per pervenire, alla
fine del secolo, a Giacomo I Filangieri, divenuto Conte di Avellino nel 1385;
egli assegnò al figlio Lancillo sia il feudo di Prata che quello di San Barbato, ma morto celibe, con testamento del 5 settembre 1399,
Lancillo nominò suo erede il fratello Riccardo IV Filangieri.
Morto
Riccardo nel 1408, gli successe il figlio Matteo Filangieri, sotto la tutela
dell'ava paterna, la contessa Giovanna Minutolo. Nel 1418 il feudo di Prata,
unitamente a quello di San Mango, passò, per diritti dotali, da Beatrice de
Pontiaque, a Sergianni Caracciolo, Conte di Avellino.
Sergianni,
resosi partecipe, con altri baroni, di una congiura contro il re Ferdinando I
di Aragona, ebbe il feudo confiscato; infatti il 3 e 6 agosto 1439 fu il
re in persona ad assalire il castello di Prata, ma l'ardore ed il coraggio dei
soldati ebbe la meglio, così il re dovette accontentarsi solo della confisca di
tutti i beni che furono affidati alla nobile famiglia dei Gargano di Aversa nella persona di Tommaso I.
I
Gargano aprirono la dinastia a Prata con Tommaso che ricevette, con privilegio
del 25 maggio 1509,
l'investitura con la giurisdizione delle cause civili, criminali, miste; a
questi successe: Tommaso II (1597), Francesco (1603), per finire con Antonio
(1617) che, per motivi di debiti, fu costretto a vendere il feudo a
Giovanni Andrea Cesarano di Castelmozzo morto nel 1639. Gli successe il figlio
Giovanni che nel 1645, per gli stessi motivi di Antonio, fu costretto a vendere il feudo allo zio Gianvincenzo, al quale seguì la
figlia Agnese (1668). Da Agnese la terra di Prata ritornò nelle mani di
Giovanni Vincenzo Cesarano al quale seguì il fratello Francesco. La residenza
dei baroni fu ricostruita in epoca rinascimentale e trasformata in tipico
palazzo residenziale (l'attuale Palazzo Baronale).
Il
palazzo baronale, dopo la trasformazione subita, fu abitato da Savino Zamagna
che acquistò il feudo da Francesco Cesarano, il quale, per non venire meno alla
tradizione di famiglia, si era enormemente indebitato. Savino ebbe successori
nella baronia di Prata i Serafino (1690); Savino II morto nel 1740 e Serafino
II (1772).
Nel
1802 il feudo fu acquistato da Francesco Zamagna dalla Reale Corona con il
titolo di Barone e lo tenne fino al 1806, anno in cui furono aboliti i diritti
feudali; a lui successe, nel 1854, per virtù di testamento, Nicolò de Gradi,
affine ai Zamagna in linea femminile. I Zamagna
governarono Prata in modo molto egoistico, arrivando ad esercitare costumi ed
usanze barbariche.
Successivamente,
acquistato dalla famiglia Di Marzo, il palazzo fu ceduto nel 1925 al Comune di
Prata.
Beni culturali, artistici, storici,
ambientali
- L'Archeologia, si sostanzia in
elementi architettonici inglobati soprattutto nell'edilizia religiosa,
sarcofagi romani e ruderi di Ville pure di epoca romana.
- Notevoli sono le
testimonianze del periodo paleocristiano: il primitivo impianto
della Basilica e, al
fondo di un cortiletto di questa, una Grotta naturale adibita a Catacomba cristiana del III o IV
sec. d.C., con nicchie ad arco, altari, tombe e affreschi, tra i quali
spicca quello dell'Arcangelo Gabriele e l'Annunciata; questi sono tutti
elementi che attestano storicamente la penetrazione e l'affermazione del
Cristianesimo nella vicina Abellinum e che, forse, furono anche sede dei
primi vescovi in Irpinia.
- La Chiesa di San Giuseppe, è
di impianto settecentesco e custodisce oggetti sacri dell'Ottocento e un
prezioso pulpito il legno.
- La Chiesa di S. Giacomo, risale al '
700, conserva all'interno un altare con paliotto di marmo intarsiato e
numerosi arredi sacri dell' 800.
- La Chiesa dell'Annunziata,
corrisponde sia alla basilica paleocristiana e sia a quella di epoca
longobarda; risulta costruita e poi ristrutturata nel '
700 con l'impegno di elementi precedenti e finanche di epoca romana. Sul
fondo della navata e in una nicchia semicircolare in tufo si trova un
affresco del XII secolo raffigurante la "vergine Orante", con
un'iconografia che si ispira a quella bizantineggiante e ricorda la
scenografia dell'immagine venerata del Santuario di Montevergine.
- L'edilizia civile
comprende i Palazzi Grillo e
del Monte della Pietà e la Torre Civica.
Manifestazioni ed eventi
- Festa di San Giacomo 25 Luglio.
- Festa di Domenica in Albis.