Comune di  TAURASI  (AV)

 

Popolazione, Superficie, Altitudine slm

Popolazione : 2735

Superficie : 14,10 Kmq

Altitudine :465 mt/slm

 

Municipio

Via del Convento 1  83030

Telefono: 0827/74206

Fax: 0827/74204

 

Pro Loco

Via Municipio 1  83030

Telefono: 349/1847927

Sito internet: www.prolocotaurasi.it

E-mail: info@prolocotaurasi.it

Presidente: Tranfaglia Antonio

 

Distanza dal Capoluogo e percorso stradale

Per chi viene da Nord, uscire al casello di Benevento (a km. 13), sul raccordo autostradale di Benevento con la A16 "Napoli-Canosa di Puglia", immettersi sulla S.S. 90 "delle Puglie" e seguire la S.P. 52 "Ponte Calore-Taurasi" (per km. 6); oppure uscire al casello di Grottaminarda (a km. 15) sulla A16, immettersi sulla S.S. 90 e successivamente seguire la S.P. 57 "Mirabella Eclano-Taurasi-Taurasi Scalo" (per km. 7). Per chi viene da Sud, uscire ad Atripalda (a km. 27), sul raccordo autostradale Salerno-Avellino della A3 "Napoli-Reggio di Calabria", immettersi sulla S.S. 7 "Appia" e proseguire per S.P. 52.
Da Avellino (a km. 31), si può seguire la S.S. 400 "Ofantina" e successivamente immettersi sulla S.S. 400 ) bis, raggiungere il nucleo industriale di s. Mango sul Calore e proseguire per la S.P. 57..

 

Cenni storici

Il nome di chiara origine osco-sabellica, fa riferimento al toro, mitico animale, condottiero della tribù dei "Taurasini" della stirpe dei sanniti, che giunti dal Nord andarono ad occupare una vasta zona tra le odierne province di Avellino e Benevento, che da essi prese il nome di "Ager Taurasinus" ("Campi Taurasini") o forse "Cisauna, al di qua dei monti della Daunia, e portarono alla nascita della città-Stato di Taurasia.

Dell'importanza che questa terra venne ad assumere, vi è testimonianza nell'epitaffio inciso sulla fronte principale del sarcofago del legato romano Lucio Cornelio Scipione Barbato; la città da lui conquistata nel 298 a. C. nel corso della III guerra sannitica ed il suo territorio divenne "agro pubblico del popolo romano".

Durante la guerra sociale del 90-89 a C., la città si ribellò a Roma e fu saccheggiata; successivamente ebbe lo statuto di "municipia" e si vide latinizzare il nome in "Taurasium" e iscrivere alla tribù (elettorale) "Cornelia". Dopo la battaglia di Filippi, nel 42 a.C., durante il triumvirato augusteo, il territorio fu dato ai soldati romani veterani, diventando "colonia militare" ed i nuovi padroni iniziarono a costruire delle ville, mentre un'altra parte di esso passò nelle mani della seconda moglie di Augusto, Livia Drusilla. Nell'883 e tra il 900-910 subisce una serie di distruzioni da parte dei Saraceni.

Con l'arrivo dei Normanni, il Castello ("Castelli Taurase") viene ricostruito ed assegnato, nel 1101, a Trogisio di Taurasi della stirpe dei Sanseverino; con costui la baronia di Taurasi raggiunge il suo massimo prestigio ed importanza, infatti, essa andava dalle porte di Benevento e Avellino fin sotto il territorio di Sant'Angelo dei Lombardi.

Nel 1147 Taurasi passò a Ruggiero di Castelvetere, nipote di Alamo di Taurasi. E' del novembre 1179 il primo documento in cui viene citata la vite di Taurasi. Nel 1271 divenne abate di Montevergine Giovanni da Taurasi: egli si recò per ordine di papa Gregorio IX al secondo concilio ecumenico di Lione.

Nel 1289, il feudo passa alla nipote Taurasina che va in sposa ad Enrico de San Barbato. Nel 1325, fervendo la guerra contro gli Aragonesi, fra gli altri capitani angioini che andarono in Sicilia sotto il comando di Carlo duca di Calabria, vi è Tommaso de Taurasi. Non si sa per quale ragione Taurasi sia passata ai Lautrec nel 1384, però non la tennero per molto, perché nel 1418 entrò nei beni feudali dei Caracciolo e nello stesso anno Tommaso de Taurasi divenne vescovo di Monteverde.

Nel 1636, il feudo di Taurasi viene acquistato da Niccolò Ludovisi dei prìncipi di Piombino. Una ventina di anni dopo, una terribile peste colpì l'Italia e nemmeno Taurasi fu risparmiata, tanto che persero la vita più ella metà degli abitanti.

Nel 1668, Giovan Battista Ludovisi cedette il feudo alla Corte regia perché oberato dai debiti, e pochi anni dopo esso venne acquistato da Isabella della Marra. Arrivarono poi i Carafa d'Aragona e in seguito i Latilla (dal 1726).

Nel 1779, con la nascita della Repubblica Napoletana, anche a Taurasi fu piantato l'albero della libertà. Con il ritorno della monarchia, i Latilla, marchesi di Taurasi, rimasero fino all'abolizione della feudalità.

Nel 1809 nasce ufficialmente il Comune di Taurasi. Durante i moti carbonari vi era una "Vendita" denominata "Gli auspici di Clelia". Nelle prime elezioni libere tenute nel 1848, tra i deputati eletti nel Principato Ultra vi era il colonnello Vincenzo degli Uberti, originario di Taurasi, divenuto poi Ministro dei Lavori Pubblici. Nel 1860 Taurasi è annesso al Regno d'Italia e nel 1893 è dotata della stazione ferroviaria.

Durante le due guerre mondiali, Taurasi ha dato un grande contributo di sangue per difendere l'onore della Patria. E' da ricordare, inoltre, la figura di Gerardo De Angelis, registra cinematografico a Cinecittà, martire delle Fosse Ardeatine.

 

Beni culturali, artistici, storici, ambientali

Campanile, in vico Campanile.

Alto sui 20-25 m. è annesso alla chiesa di s. Marciano vesc. da cui si accede. A base quadrata è in stile romanico.

Cappella del Crocifisso, in c/da Pisano.

Ad unica navata con tetto "a pagoda" ed è in stile moderna.

 

Cappella del Crocifisso, in via Fontana.

Ad unica navata con uno stile che si rifà al barocco, così l'esterno dove l'ingresso è preceduto da finte colonne.

Cappella dei SS. Rocco e Sebastiano, in piazza S. Rocco.

A capanna semplice ed a unica navata.

Cappella di S. Giuseppe, in vico S. Giuseppe.

Sul frontone si legge: AEDICVLA.S.IOSEPHI. Di piccolissime dimensioni ed a unica navata.

Chiesa Collegiata di S. Marciano vescovo, in largo Duomo.

La chiesa ha la facciata del tipo a capanna ed è preceduta da una breve scalinata (nove scalini) che porta all'artistico portale in pietra sormontato da un frontone spezzato da una nicchia, dove si osserva un affresco (del 1997) di A. Froncillo, raffigurante il s. Patrono, al di sopra vi è un finestrone rettangolare con vetri variopinti, ai lati varie lesene e decorazioni stuccate in stile barocco, sul tutto un rosone.

L'interno ad unica navata, a volta affrescata, sostenuta da colonne stuccate nelle quali la fa da padrone il barocco; alle pareti vi sono sei arcate con altrettanti altari marmorei.
Di fronte all'entrata si apre l'abside, con la volta stuccata dai Quattro Evangelisti.

E' comunemente detta "chiesa madre", nel senso di "prima", di "più importante".

Chiesa del SS. Rosario, in via Municipio.

La chiesa ha la facciata a capanna e presenta un bel portale in pietra sormontato da una lunetta semicircolare dove all'interno si osserva un dipinto su compensato di s. Domenico de Guzman opera di Antonio Froncillo (del 1998), al di sopra un ampio finestrone rotondeggiante.

L'interno ad unica navata, adornata da colonne rinascimentali, commiste a fregi barocchi raffiguranti angeli, papi e santi; alle pareti vi sono sei altari marmorei, sormontati da altrettante tele. Sulla destra vi è una piccola cappella dedicata a s. Domenico e dalla sagrestia, attraverso una porta dipinta si accede al piano superiore.

E' unita al Convento dei pp. Domenicani, oggi sede municipale.

Chiesa dell'Immacolata Concezione, in largo dell'Immacolata Concezione.

La chiesa ha la facciata a capanna e presenta su di essa dei motivi ornamentali molto semplici ma ben curati, sovrastante il portale in pietra si osserva l'immagine dell'Immacolata in ceramica arianese (del 1990).

L'interno ad unica navata è in aspetto moderno. Sulla sinistra si apre una piccola cappella dedicata a s. Giuseppe.

L'esterno è chiuso da un cancello.

Una curiosità questa chiesa è chiamata dai taurasini, "Oratorio".

Palazzo Marchionale, in largo Duomo, 2.

L'attuale edificio ha le caratteristiche di palazzo rinascimentale, anche se basa le sue fondamenta sulla primitiva "arx de' Romani".

La facciata è molto articolata, a sinistra si osserva il mastio (a pianta quadrata) il cui esterno è costituito da ricorsi paralleli di conci regolari nel basamento con ammorstaure angolari in blocchi squadrati di travertino, provenienti con molta probabilità da edifici di epoca romana, invece la parte superiore non è databile e presenta pietre di calcare tagliate con molta irregolarità e messe in opera con strati spessi di malta, si notano inoltre una feritoia e due piccole finestre rettangolari incorniciate da parallelepipedi di travertino.

L'ala del palazzo a S è stata aggiunta successivamente.

Mediante un grande portale d'ingresso ad arco che porta in chiave lo stemma dei Gesualdo-Este, si accede al giardino, con un impianto tipologico a corte. Dal cortile mediante una scalea si sale ai piani superiori organizzati su due livelli; nel primo piano nobile si osserva un immenso salone, già adibito a "Corte di giustizia", con un camino; attigua è la cappella di s. Pietro a Castello. Vi sono inoltre altre stanze, sicuramente adibite una volta a sala d'armi, di studio e da ballo; altre sale interne si possono vedere al secondo piano, forse stanze private dei feudatari.

Come curiosità, questo palazzo è chiamato dai taurasini: "Castello".

Palazzo de Angelis, in largo Casale, 2.

Costruito in pietra locale e malta idraulica, possiede soffitti a volta a botte e a crociera al piano terra, mentre al primo piano i soffitti sono lineari con copertura in legno e con embrici.

Porta Maggiore

E' la porta che nei secoli passati si apriva nella cinta muraria del castello. Attualmente si possono vedere i due torrioni cilindrici fra cui è incorporata la grande porta ad arco, in travertino, retta da due pilastri su piedistalli.

Porta Sant'Angelo

Costituiva l'ingresso al castello per chi proveniva dalla valle del fiume Calore. Ha mantenuto intatta l'originario stile ad arco in pietra.

 

Manifestazioni ed Eventi

-Festa di San Pasquale : 17 Maggio.

-Festa di S.Antonio e S. Marciano : Luglio.

- Festa di San Rocco:  16 Agosto.

- Sagra "da porta a porta":Settembre.

- Sagra del vino:Agosto.

- Festa dell'uva :Ottobre.

- Carnevale Irpino:carri allegorici e maschera tipica di Tatone.