Comune di VALLATA
( AV )
Popolazione, Superficie, Altitudine s.l.m.
Popolazione : 3109
Superficie : 47,67 Kmq
Altitudine
: 870 M/slm
Distanza dal Capoluogo e
percorso stradale
Distanza
dal capoluogo AVELLINO: 57
Cenni storici
Per
quanto riguarda le origini del toponimo, alcuni studiosi ritengono che il nome
Vallata provenga dalla sua posizione geografica, visto che il paese è in una
valle chiusa, a 870 metri
altitudine, tra le montagne di Santo Stefano, Serra Longa
e il Formicoso. Altri invece sostengono che il
toponimo voglia indicare una zona situata più a valle, dove sorgeva il primitivo abitato.
Di
certo si sa che il territorio di Vallata è stato frequentato fin dalla
preistoria. Tracce di presenze umane sono a Piano delle Rose e a Sferracavallo, a poca distanza dalle sorgenti dell’Ufita e
del Calaggio.
Le
testimonianze antiche più significative si riferiscono comunque alla fase di romanizzazione. Durante il corso degli anni, nelle località
Maggiano, Serra Mattina, Macchialvio,
Mezzana Perazze e Padula
sono stati rinvenuti alcuni cippi funerari, tombe, anfore di terracotta e altri
significativi oggetti, molti dei quali sono andati perduti. Con l’avvento dei Normanni Vallata fece parte della Baronia di Vico e fu
tenuta, nel 1143, dal vassallo di Riccardo, Guario da
Vallata. Sotto gli angioini, nel 1275, è registrato
come signore del luogo un certo Johannes de Vallata.
Quando Roberto d’Angiò donò la Baronia alla moglie, la
regina Sancha, anche Vallata venne
inclusa nel dono e, pochissimi anni dopo, il 12agosto del 1343, fu venduta, con
gli altri possedimenti, a Raimondo del Balzo, barone del feudo di Minervino.
Durante
le furibonde lotte tra angioini e aragonesi,
che nel corso del Quattrocento interessarono tutta la Baronia, Vallata subì il
più spietato massacro della sua storia, lI
6 maggio del 1496 il marchese di Mantova Francesco Gonzaga,
che affiancava gli aragonesi, in seguito a una
fallita ambasceria, respinta dai vallatesi col ferimento di alcuni
ambasciatori, assaltò il paese compiendo una vera e propria strage. La
soldataglia saccheggiò il paese in ogni sua parte e rubò tutto quanto le
capitava per le mani. I vallatesi si difesero
strenuamente ma, alla fine, nulla poterono contro un nemico spietato e avvezzo
alla guerra. Numerosi furono i morti, che probabilmente superarono le due
centinaia. il fatto ebbe tale risonanza che la maggior
parte delle popolazioni vicine si affrettò a consegnare le chiavi dei loro paesi
al vincitore. Ancora oggi l’avvenimento viene
ricordato come la Battaglia
di Chianchione”.
Dal
1523, quando venne venduta a Paolo Antonio Poderieo, Vallata, amministrativamente,
non fece più parte della Baronia di Vico. Dopo una serie di passaggi, nel XVIII
secolo passò agli Orsini, duchi di Gravina, che
la tennero lino all’eversione della feudalità
La
storia successiva di Vallata appare segnata dai moti carbonari e dalle lotte
per l’unità d’Italia, raggiunta la quale non mancarono avvenimenti legati al
brigantaggio, in cui furono coinvolti alcuni cittadini di Vallata. Per
combattere il fenomeno, che ormai dilagava in tutta la zona e soprattutto lungo
la valle del Calaggio, nell’alta valle dell’Uflta e sul Formicoso, a Vallata
fu inviato un distaccamento di soldati piemontesi che fu accolto con grande
ospitalità dalla popolazione.
Beni culturali, artistici, storici, ambientali
- Tra i monumenti più
significativi va annoverata la pregevole Parrocchiale di San Bartolomeo: Costruita intorno al Mille,
fu spesso distrutta dagli eventi tellurici ma sempre immediatamente
ricostruita col concorso della popolazione.
- Oggi la chiesa,
che si presenta in tutta la sua imponenza nonostante le numerose modifiche
subite, domina il paese. Il portale principale, del 1568, lavorato
artisticamente da scalpellini locali, è sormontato da un enorme rosone,
che ha un diametro complessivo di quattro metri. Di grande pregio
artistico sono le vetrate della chiesa, create su bozzetti dell’architetto
Luciano Vinardi, che rappresentano la Creazione, la Natività, la Pentecoste, la Missione degli
apostoli, la
Crocifissione e la Resurrezione.
- Notevole è il fonte
battesimale, un’eccezionale opera dello scultore P. Andrea Martino, nativo
della vicina Castelbaronia, caratterizzata da
due vasche, una superiore e una inferiore, alle
quali si dissetano due cervi. Nella chiesa sono visibili altre opere d’arte,
tra le quali una tela del Lanfranco che rappresenta il Martirio di San
Bartolomeo.
- Tra le altre chiese
vanno segnalate la Chiesa di
San Vito, dalla particolare facciata in pietra, e laChiesa di Santa Maria, con il suo ampio
e caratteristico pronao.
Tra i numerosi palazzi gentilizi presenti nel centro storico si ricordano Palazzo Gallicchio, Palazzo
Netta, Palazzo Cataldo sorto
sulle rovine del castello medioevale, e Palazzo Tullio
Manifestazioni ed eventi
- La
Passione di
Gesù Venerdì Santo.
- Festa di S. Antonio Abate 17 Gennaio.
- Festa di San Vito 15 Giugno.
- Festa patronale 15 Agosto
- Per ricordare la Battaglia di Chianchione, inoltre, il 6 maggio di
ogni anno si svolge uncorteo in
costume che richiama migliaia di persone dai paesi vicini e anche
dalla vicina Puglia.