IL VOLO DELL’ANGELO

 

Il volo degli Angeli a Pratola Serra

Tale manifestazione nasce nel 1949 quando ad opera di don Teobaldo Acone fu istituita la calata degli angeli per venerare Maria Vergine la cui immagine riprende la Madonna di Montevergine.
I tre angeli alla fine invocano la protezione del Redentore per intercessione della Vergine Maria, che accompagna in processione il Cristo risorto. I tre bambini, sospesi nel cielo, rappresentano i tre Arcangeli: Gabriele, con la tunica celeste e un giglio; Michele, vestito di bianco, con elmo, scudo e spada; Raffaele indossa un vestito rosa e reca il vessillo di Cristo risorto.

Canto degli Angeli del Lunedì in Albis

                                           (canto libero)

O del cielo

Gran Regina

Il figlio tuo 

Divino

 

Dalla morte

è risorto

Alleluia

………..

 

Non più Madre

di dolore

ma regina

di gloria

 

Il Figlio tuo divino

Ti consacra

Alleluia

O Maria.

 

                                     Assolo musica

 

 

O Maria

Immacolata

a te il saluto

del figlio risorto

di sua gloria

ti ha incoronata

e di sua grazia

regina ti fe.

e di sua grazia

regina ti fe.

 

                                           Assolo musica

Dell’Alleluia

l’inno d’amore

nella vittoria

del Tuo divino

colmi di gaudio

il nostro cuore

o Madre Santa

del Redentor

o Madre Santa

del Redentor.

 

                                       Assolo musica

 

Di nostra terra

tu sei la rosa

dal Padre eletta,

dal Figlio amata,

di Santo spirito

tu sei la sposa

del Paradiso

letizia ed onor

del Paradiso

letizia ed onor.

 

                            Assolo musica

 

 

Tu del mondo

gran Regina

questa Pratola

ognor proteggi

che devota

a te s’inchina

e ti consacra

dei figli il cuor.

e ti consacra

dei figli il cuor.

 

1° Angioletto

 

Figlio nostro Gesù Cristo,

Figlio di Dio e Salvatore del mondo,

noi crediamo con tutta l’anima,

che tu sei risorto dalla morte

e vivi misteriosamente  nella Tua Chiesa.

Deh,effondi sul popolo cristiano,

la gioia della tua resurrezione,

e a noi,

concedi il tuo perdono e la tua pace.

 

 

2° Angioletto

 

Per la fede e le preghiere della Santa Vergine,

Tua madre dolcissima,

benedici o Signore Risorto,

Il Sommo Pontefice Romano,

i Vescovi e i Sacerdoti della tua chiesa.

Benedici i nostri cari lontani

e facci vivere sempre nel tuo amor.

 

 

3° Angioletto

 

O madre nostra amorosissima,

in questo giorno solenne chiediamo,

la tua materna  benedizione su noi,

le nostre famiglie,

il nostro paese,

la Divina Provvidenza

e il pane quotidiano per tutti i bisognosi,

la consolazione celeste per tutti gli afflitti,

la vera pace di Cristo,all’Italia e al Mondo.

 

 

Tutti insieme

 

Alleluia.

 

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Il volo dell’ Angelo a San Mango sul Calore

 

A San Mango sul Calore, il “Volo dell’angelo”  si svolge nel giorno di Pasquetta alla frazione CARPIGNANO, presso l’antica e suggestiva chiesa- rurale della Madonna del  Carmine,  ricca di memorie e arte, restaurata dopo il sisma del 1980. Il volo si svolge dapprima in mattinata, al termine della processione che dal paese si snoda sino alla chiesa, e quindi nel tardo pomeriggio: sospeso nell’aria, scorrendo su una salda  fune posta tra la chiesa e una quercia secolare, un bambino-angelo recita l’augurale preghiera alla Vergine il cui testo, affidato a scrittori locali, varia di anno in anno.  La festa  religiosa  è completata dall’altrettanto tradizionale “scampagnata”.

 

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Il volo dell’ Angelo a Gesualdo

Ogni Ultima domenica d’Agosto,  Festività di San Vincenzo Ferreri :

Le scene che si rifanno al teatrino medioevale, si svolgono, appena officiata la messa solenne in onore di San Vincenzo Ferreri. Il bambino, legato ad una altezza massima di circa 25 metri tramite un gancio di sicurezza scorrevole su una fune d’acciaio che percorre un tragitto di circa 100 metri con una sosta centrale, dove dall’alto si libra sul sottostante diavolo. Con il cavo teso a sorvolare il tragitto tra il castello che simboleggia il cielo e la grazia di Dio (intesa come benessere corporale e spirituale) e  il campanile della cinquecentesca chiesa dei Domenicani (che simboleggia l’omaggio al santo portato dall’Angelo in nome di Dio). L’angelo, secondo lo schema coreografico tradizionale, svoltosi in prova,  inizierà il suo volo e il suo colloquio prima con il Santo e il suo popolo: “… Oh glorioso S. Vincenzo Ferreri, io dall’alto vengo e ti saluto, …mi rallegro con te del grande onore che oggi ti rende questo popolo festante…”,   e poi agitando il suo dardo con il diavolo…“lode a te evviva per sempre a dispetto di Satana e di tutto l’inferno!”….  E il diavolo non si fa attendere, sbuca da sottoterra e: … “di Satana? Di tutto l’Inferno? Quale esile fiato fa cenno al mio nome? Al mio Regno? …Tu! …Chi sei tu, o miserabile uccello dalle ali mozzate che pigolando vai su questa mia terra? - Io sono un angelo del cielo! -Un angelo? Ah ah ah ah ah… un angelo! …Piccolo verme trasformato in uccello! …”  Lo scontro entra inesorabilmente nel vivo, diventa cruento ed avvincente e continua per circa mezz’ora fino alla vittoria dell’Angelo sul diavolo che inutilmente fa vanto della sua potenza, che scaturisce dall’asservimento e dallo stravolgimento delle regole sociali, ad opera sua: “…Sono io, io che armo la mano della violenza…” per riprendere, dopo il pranzo, con la processione che parte dalla chiesa madre per seguire un percorso ben preciso che attraversa tutto il paese, con in testa a tutti l’Angelo Vincitore che annunzia il passaggio del Santo. A tarda sera la processione rientra e si conclude con una messa solenne, celebrata sul sagrato della Chiesa del Rosario sovrastante la folla nella piccola piazza. C’è la benedizione dell’Angelo che rientra al cielo: “…benedico le vostre case, le vostre campagne e i vostri figli lontani da Gesualdo per motivo di lavoro…”   (in una edizione più antica recitava: “…i vostri parenti nelle lontane Americhe”). Percorrendo a ritroso e di notte il tragitto della mattinata.

 

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Il volo degli Angeli a Prata P.U.

La basilica dell'Annunziata è' uno dei più importanti monumenti dell'Irpinia, testimonianza delle prime comunità cristiane che vi risiedettero. Si presenta con una semplice facciata in mattoni, nella veste assegnatale dal restauro del 1951. Due antiche colonne, con capitelli corinzi, sono ai lati del portale, sopra il quale si trova una trifora inquadrata in un arco. L'interno è un'antica navata voltata a botte; a destra una piccola cappella illuminata da una cupoletta, a sinistra vicino all'ingresso la porta che apre sul complesso catacombale. Questa parte anteriore è ancora nella veste tardobarocca. Il restauro del 1930 ha riportato la parte posteriore scavata nella roccia, al suo originario assetto longobardo, rimuovendo il pesante altare, sostituito con la semplice mensa in tufo sostenuta da un capitello ionico. La parte più interna dell'edificio in gran parte interrato si sviluppa anch'essa su un'unica navata voltata a botte: siamo nella basilica Paleocristiana; il presbiterio è delimitato da un triforicum sorretto da colonne di spoglio con capitelli ionici. Dalle arcate minori si accede al deambulatorio lungo il quale si aprono numerose sepolture inserite entro gli areosoli secondo una consuetudine ebraica, poi ripresa dalle prime comunità cristiane. E' un insieme di grande suggestione. In una nicchia di fondo del catino absidale, un interessante affresco della vergine orante tra santi (VII secolo) mentre la volta del catino anch'essa decorata con affreschi poggia con estrema leggerezza, quasi rimanendo aerea, grazie a sei archetti su colonnine tortili (tre per lato) sulla parte basamentale che funge da sedile. Alle pareti tracce di affreschi di epoca successiva. Sul lato destro della basilica attraverso un piccolo giardino interno ricco di reperti, si raggiungono le catacombe di cui rimangono solo due sale tra loro comunicanti, la cripta principale ove sono visibili entro gli orgosoli bassi e profondi sarcofagi in terracotta e in pietra, tra le due sale una grande ara in laterizio. Di particolare pregio è però la cosiddetta  grotta dell'Angelo, dall'affresco che la decora, posta a quota superiore. Il complesso catacombale insieme con la basilica, fu scavato forse utilizzando le strutture dell'ipogeo gentilizio di una villa romana, ed è stato identificato con la catacomba di Abellinum, centro del cristianesimo primitivo e sede della cattedra vescovile prima che questa si trasferisse nel centro urbano ad Atripalda (catacombe di Sant'Ippolisto) e poi, nel IX secolo, nell'attuale sede del duomo di Avellino. Per i suoi caratteri la catacomba è stata paragonata a quella napoletana di San Gennaro. Riferimenti alla chiesa di Santa Sofia a Benevento sono stati spesso fatti per l'aula basilicale .

 

Il volo dell’ Angelo a Cervinara

Il tradizionale Volo dell’Angelo è uno dei momenti più attesi della processione in onore di Maria Santissima del Bagno che si svolge a Cervinara, nella centralissima via Roma, il giorno dell’Ascensione. Due bimbi, assicurati a delle robuste corde,  vengono calati sulla statua della Madonna. Uno le porta una corona del Rosario e l’altra un omaggio floreale. L’incolumità dei bambini viene assicurata dagli staff delle Misericordie di Acerra e Cervinara che sono esperti di queste operazioni ma il volo resta altamente spettacolare, salutato da lunghissimi applausi da parte degli spettatori che restano per lunghi minuti con il naso all’insù.La statua arriva a via Roma, dopo aver percorso il giro della frazione dei Salomoni che è la più estesa del centro caudino e si trova quasi per intero nel territorio della parrocchia di Sant’Adiutore Vescovo. Dopo il volo dell’angelo la processione continua sino ad arrivare nel primo pomeriggio al piccolo santuario dei santi medici, Cosma e Damiano dove resta sino a sera e poi compie il percorso inverso per tornare nella chiesa di Sant’Adiutore. Maria santissima del Bagno, viene detta anche Scafatella, perché realizzata come una sorta di copia in miniatura della Madonna di Scafati. Nel 1777, tale Pasquale D’Agostino, ricevette una grazia della Madonna di Scafati e come voto fece costruire la statua per poi donarla alla parrocchia di Sant’Adiutore. Si narra poi che un’immagine della Madonna sia stata più volte avvistata nel pozzo che si trova davanti al santuario. La domenica precedente all’Ascensione, infatti, l’acqua del pozzo viene benedetta e si svolge anche una sorta di asta tra i fedeli che intendono portare a spalla la statua. Per lungo tempo, il santuario ed anche la statua di Maria santissima del Bagno furono oggetto di un’aspra contesa tra i fedeli delle parrocchie di San Marciano e di Sant’Adiutore. Tanto che i più anziani ricordano come quando la processione transitava per il territorio di San Marciano, i fedeli dei Salomoni, nascondevano sotto i mantelli dei robusti bastoni per impedire attacchi improvvisi. Storie di altri tempi che ora sono rimaste solo dei gustosi aneddoti. Il pomeriggio della domenica dell’Ascensione veniva trascorso, quasi per intero, davanti al piccolo santuario che sino a poco tempo fa si trovava in aperta campagna. La sera del lunedì, invece, era dedicata ai festeggiamenti civili, tradizione che è rimasta.